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Pensione Precoci: scadenze e requisiti per la Quota 41

Pensioni Precoci: entro il 30 novembre è ancora possibile presentare domanda di uscita flessibile dal mondo del lavoro per chi ha raggiunto il requisito della Quota 41.

La normativa vigente prevede infatti la possibilità di andare in pensione anticipata rispetto alla maturazione dei requisiti previsti dal sistema previdenziale della Legge Fornero.

Con la scadenza della Quota 100 al 31 dicembre 2021, la Quota 41 diventa un modello eleggibile per la riforma delle pensioni 2022, ad oggi caldeggiato soprattutto dai Sindacati, che vorrebbero estenderla a tutti.

Per accedere alla pensione anticipata dei lavoratori precoci  è necessario presentare domanda di riconoscimento del diritto entro il 1° marzo di ogni anno.

Eventuali domande tardive, presentate comunque non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione in caso di risorse finanziarie residue.

In caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, so potrà presentare la domanda di pensione anticipata online sul sito INPS, tramite Contact Center o rivolgendosi ai Patronati.

Pensione anticipata precoci: requisiti

I lavoratori precoci iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), alle forme sostitutive o esclusive della medesima, in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età possono ritirarsi con la Quota 41, ossia al perfezionarsi (fino al 31 dicembre 2026) di 41 anni di contribuzione a prescindere dal requisito anagrafico, a patto di rientrare in una delle categorie con diritto all’APe sociale.


Per andare in pensione con la quota 41, a prescindere dall’età, ai lavoratori precoci vengono infatti richiesti ulteriori requisiti, che limitano l’opzione a quattro categorie di lavoratori:

  1. dipendenti disoccupati a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;
  2.  caregiver o dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 194;
  3. lavoratori dipendenti e autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, con una percentuale di invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  4.  addetti a mansioni usuranti gravose. Le mansioni faticose che permettono questo specifico pre-pensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e sono specificate dalla legge 67/2011. Ad esse si aggiungono ulteriori professioni indicate nella Legge di Bilancio 2017.

Quota 41: anche con cumulo

Il requisito contributivo di 41 anni può essere perfezionato, su domanda dell’interessato, anche cumulando i periodi assicurativi ai sensi della legge 24 dicembre 2012, n. 228.

Ma ci sono differenze in termini di decorrenza del trattamento:

  • i lavoratori che maturano requisiti dal 1° gennaio, anche cumulando i periodi assicurativi ai sensi della legge 228/2012, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dal primo giorno del mese successivo all’apertura della relativa finestra.

Con la scadenza della Quota 100, in vista della riforma pensioni, si è tornato a parlare di Quota 41 negli ultimi mesi, anche se una sua riproposizione in chiave estesa appare troppo dispendiosa. Le valutazioni economiche del caso saranno comunque effettuate in sede di definizione della Legge di Bilancio, quando si determineranno le coperture finanziarie ed il programma di attuazione delle prossime misure pensionistiche.

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