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Bonus Partita Iva 2022, in cosa consiste la misura e come richiederla

Il bonus Partita Iva 2022 – o anche bonus Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (Iscro) – è un’indennità destinata ai liberi professionisti, compresi i partecipanti agli studi associati o società semplici, iscritti alla Gestione separata e che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo connesso all’esercizio di arti e professioni.

Il cosiddetto bonus Partita Iva 2022 è riconosciuto ai lavoratori che non sono titolari di trattamento pensionistico diretto e non sono assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie; che non sono  beneficiari di Reddito di cittadinanza; che hanno prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, inferiore al 50 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni anteriori all’anno precedente alla presentazione della domanda; che hanno dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati rispetto all’anno precedente; che sono in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria; che sono titolari di partita Iva attiva da almeno quattro anni, alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

Il bonus Partita Iva, disciplinato dalla legge di Bilancio 2021, non è stato toccato e ha trovato conferma con la manovra 2022. Il bonus Partita Iva 2022 è relativo al biennio 2022-2023.

In questi due anni, secondo quanto previsto, alle Partite Iva che soddisfano i citati requisiti spetta un contributo mensile per sei mesi.

Bonus Partita Iva, i chiarimenti dell’Inps

Come spiegato dall’Inps con la circolare n. 94 del 30 giugno 2021, il bonus Partita Iva 2022, o indennità Iscro, è pari al 25 per cento, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e già trasmesso da quest’ultima all’Inps alla data di presentazione della domanda.

Come riportato da un esempio, a fronte dell’ultimo reddito annuo certificato pari a 6.000 euro, lo stesso verrà diviso per due (€ 6.000/2 = € 3.000) e successivamente moltiplicato per il 25 per cento (€ 3.000 x 25% = € 750), determinando così l’importo mensile della prestazione Iscro pari a 750 euro.

Nel caso l’Agenzia delle Entrate non abbia rintracciato alcuna dichiarazione dei redditi certificata in nessuno degli ultimi quattro anni oggetto di precedenti l’anno di presentazione della domanda, quest’ultima non potrà essere accolta.

Secondo quanto previsto dal comma 392 dell’articolo 1 della legge n. 178/2020, la prestazione Iscro non può essere di importo mensile inferiore a 250 euro e non può superare l’importo mensile di 800 euro. Qualora la misura della prestazione risulti di importo inferiore a 250 euro o superiore a 800 euro, l’indennità è erogata in misura pari, rispettivamente, a 250 euro mensili e a 800 euro mensili.

Il bonus Partita Iva è erogato per sei mensilità e spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda. L’accesso alla prestazione Iscro è ammesso una sola volta nel triennio 2021-2023.

Bonus Partita Iva 2022, come richiederlo

Per poter fruire del bonus Partita Iva 2022, i potenziali beneficiari devono presentare domanda all’Inps esclusivamente in via telematica – tramite Spid, Carta di identità elettronica (Cie), Carta nazionale dei servizi (Cns) – entro il 31 ottobre del 2022 e del 2023, utilizzando i consueti canali messi a disposizione per i cittadini e per gli Istituti di Patronato nel sito internet dell’Inps.

In alternativa al portale web, la prestazione può essere richiesta tramite il servizio di Contact Center integrato, telefonando al numero verde 803 164 da rete fissa (gratuitamente) oppure al numero 06 164164 da rete mobile (a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

Fondo perduto Partite Iva

Sempre in tema di Partite Ive, non si possono non citare poi i nuovi contributi a fondo perduto per le Partite Ive, per l’appunto, e per le imprese che operano nel campo della ristorazione.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha infatti firmato il decreto attuativo che sblocca 100 milioni di contributi a fondo perduto per continuare a sostenere le categorie che sono state maggiormente colpite dall’emergenza coronavirus.

In particolare, ad essere interessati sono i servizi di ristorazione collettiva, le mense e i catering.

I requisiti necessari sono: la riduzione del fatturato nel 2020 di almeno il 15% rispetto al fatturato del 2019; lo svolgere servizi di ristorazione definiti da un contratto con un committente, pubblico o privato, per la ristorazione non occasionale di una comunità delimitata e definita (ristorazione per scuole, uffici, università, caserme, strutture ospedaliere, assistenziali, socio-sanitarie e detentive).

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